Classe 1959, Vladimir Derevianko è senza dubbio tra i massimi protagonisti del balletto mondiale. Formatosi alla prestigiosa Scuola del Teatro Bolshoi di Mosca, Volodia appena maggiorenne entra a far parte della celebre compagnia di danza moscovita, allora sotto la direzione di Yury Grigorovich , dove presto diviene Primo Ballerino grazie alle sue straordinarie qualità tecniche ed interpretative, dividendo la scena con partner del calibro di Ekaterina Maximova e Liudmila Semenyaka.
Considerato un “fuoriclasse” e discepolo del mitico Vladimir Vassiliev, Derevianko a soli 19 anni vince il Grand Prix e la Medaglia d’oro al prestigioso Concorso Internazionale di Varna in Bulgaria catturando l’attenzione della critica mondiale.
Nel 1983 si trasferisce in Europa e da quel momento viene chiamato a danzare nei maggiori teatri e compagnie di tutto mondo. Danzatore versatile e poliedrico, diviene fonte di ispirazione per numerosi grandi coreografi del XX secolo.
Una carriera brillante che prosegue ancora oggi attraverso l’insegnamento della tecnica classica in importanti Scuole del panorama internazionale.
Sessantadue anni di vita di un’artista dal fascino intramontabile che racchiudono pezzi di storia indelebile, attraverso l’amore, il sacrificio e la passione per la più antica e nobile delle Arti.

– A quale delle sue molte esperienze professionali si sente particolarmente legato e perché?
“Tra le esperienze più significative non potrò mai dimenticare quando entrai in una scuola di danza per la prima volta. Avevo dieci anni e la mia insegnante Evelina Macarovna Voronina solo dopo un anno mi cambiò la vita, consigliandomi di proseguire i miei studi nelle più grandi Accademie della Russia. Mia madre fece così domanda sia all’Accademia Vaganova di San Pietroburgo (all’epoca Leningrado) , sia all’Accademia del Bolshoi. Quest’ultima rispose per prima ed è così che partimmo in treno per Mosca. Quattro lunghi giorni di viaggio, ma alla fine ne valse la pena perché passai l’audizione! Da lì l’inizio del mio percorso accademico.”


– Quali sono stati gli incontri più significativi a livello professionale, quali invece a livello personale?
“Sono stati tanti gli incontri che hanno segnato la mia carriera. Primo tra tutti il mio grande maestro Vladimir Leonidovich Niconov, a cui devo tanto; poi Vladimir Vassiliev ed Ekaterina Maximova, Amedeo Amodio, John Neumeier e Uwe Scholz che mi hanno sempre sostenuto creando nuove coreografie su di me. Ma la persona che più in assoluto ha influenzato la mia carriera è stata Maja Plisetskaia, dalla quale ho imparato moltissime cose a partire da come stare in scena. Mentre l’incontro personale più importante è avvenuto durante gli studi all’Accademia del Bolshoi di Mosca con quella che sarebbe diventata mia moglie e madre dei miei figli: Paola Belli.”

– Com’ è cambiato il mondo della danza oggi? Come mai spesso si dà più importanza alla tecnica anziché al lato artistico?
“La danza è in continua evoluzione e come tutte le forme d’ arte riflette la vita del momento. Purtroppo con l’utilizzo dei social network molto spesso ci si ferma solo all’estetica e all’apparenza di un danzatore, magari attraverso una semplice foto accompagnata da una breve frase. In realtà un vero danzatore è prima di tutto un artista, colui che è in grado di emozionare il suo pubblico per ciò che trasmette attraverso il corpo e l’anima.”

– Come sta affrontando la pandemia e che cosa ha imparato da questa drammatica esperienza?
“Come tutti sono stato costretto a cambiare la mia vita. Se da una parte la pandemia mi ha fatto conoscere le mie fragilità, dall’altra mi ha aiutato a tirare fuori tutta la mia forza. Ho imparato che le cose che prima davamo per scontate ora sono diventate un lusso. Nonostante tutto continuo a lavorare molto e a dedicarmi a nuovi progetti con molta disciplina.”


– In futuro ci sarà la possibilità di vederla alla direzione di un’importante compagnia di balletto?
“Il mio sogno oggi non è quello di dirigere una compagnia di balletto, bensì di far crescere una nuova generazione di ballerini. Poter garantire un futuro migliore alla danza sarebbe per me la soddisfazione più grande.”

​​​​​​​​​Monica Lubinu ( Rivista Il Mondo della Musica )

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